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19 aprile 1937: il primo provvedimento fascista di “tutela della razza”

Il Regio Decreto n. 880 del 19 aprile 1937, spesso trascurato nelle narrazioni sulla legislazione fascista, rappresenta una delle prime manifestazioni legislative della politica razziale del regime fascista italiano. Questo provvedimento, noto anche come “Sanzioni per i rapporti d’indole coniugale fra cittadini e sudditi”, vietava i matrimoni, il madamato (ovvero l’acquisto di una concubina) e le relazioni coniugali tra cittadini italiani e sudditi delle colonie africane, segnando il preludio della discriminazione razziale che raggiungerà l’acme l’anno successivo con la promulgazione della legislazione antisemita per annichilire il popolo ebraico residente sul territorio italiano che, a quel punto, d’emblée veniva percepito come un vero e proprio “nemico” da annientare.

Il Regio Decreto n. 880 del 19 aprile 1937: contesto, contenuti e implicazioni storiche.

Il Regio Decreto n. 880 del 19 aprile 1937, spesso trascurato nelle narrazioni sulla legislazione fascista, rappresenta una delle prime manifestazioni legislative della politica razziale del regime fascista italiano. Questo provvedimento, noto anche come “Sanzioni per i rapporti d’indole coniugale fra cittadini e sudditi“, vietava i matrimoni, il madamato (ovvero l’acquisto di una concubina) e le relazioni coniugali tra cittadini italiani e sudditi delle colonie africane, segnando il preludio della discriminazione razziale che raggiungerà l’acme l’anno successivo con la promulgazione della legislazione antisemita per annichilire il popolo ebraico residente sul territorio italiano che, a quel punto, d’emblée veniva percepito come un vero e proprio “nemico” da annientare.

Il Madamato. Indro Montanelli racconta la vicenda della sua sposa bambina

Montanelli sposò la giovane Destà seguendo un’usanza della popolazione locale, sollecitato dal responsabile del battaglione eritreo guidato dal celebre giornalista. Tuttavia, quando Montanelli fece ritorno in Italia, la giovane eritrea sposò un sottufficiale ascaro, tale Gheremedin, col quale si stabilì a Segeneiti.

… Dopo la fine della guerra e delle operazioni di polizia, uno dei miei tre “bulukbasci” che stava per diventare “sciumbasci” in un altro reparto (si tratta di gradi militari delle truppe indigene), mi chiese il permesso di sposare Destà. Diedi loro la mia benedizione… Nel ‘52 chiesi e ottenni di poter tornare nell’Etiopia del Negus e la prima tappa, scendendo da Asmara verso il Sud, la feci a Saganeiti, patria di Destà e del mio vecchio bulukbasci, che mi accolsero come un padre. Avevano tre figli, di cui il primo si chiamava Indro. Donde la favola, di cui non sono mai più riuscito a liberarmi, che fosse figlio mio…

“La Stanza di Montanelli”, Corriere della Sera del 12 febbraio 2000.

Il Regio Decreto Legge n. 880 del 19 aprile 1937, riguardava la repressione delle relazioni interrazziali nelle colonie, un tema cruciale per il mantenimento del dominio coloniale e la preservazione della presunta “purezza” della razza italiana.

VITTORIO EMANUELE III

PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE

RE D’ITALIA

IMPERATORE D’ETIOPIA

Visto l’art. 3, n. 2, della legge 31 gennaio 1926-IV, n. 100;

Riconosciuta l’urgente ed assoluta necessità, di provvedere;

Sentito il Consiglio dei Ministri;

Sulla

proposta del Ministro Segretario di Stato per l’Africa Italiana, di concerto con il Ministro Segretario di Stato per la grazia e giustizia; Abbiamo decretato e decretiamo:

Articolo unico

Il cittadino italiano che nel territorio del Regno o delle Colonie tiene relazione d’indole coniugale con persona suddita dell’Africa Orientale italiana o straniera appartenente a popolazione che abbia tradizioni, costumi e concetti giuridici e sociali analoghi a quelli dei sudditi dell’Africa Orientale Italiana, è punito con la reclusione da uno a cinque anni.

Il presente decreto sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge. Il Ministro proponente è autorizzato alla presentazione del relativo disegno di legge.

Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addì 19 aprile 1937 – Anno XV.

VITTORIO EMANUELE

Mussolini – Lessona – Solmi

Visto il Guardasigilli: Solmi.

Registrato alla Corte del conti, addì 18 giugno 1937 – Anno XV

Atti dei Governo, registro 386, foglio 86 – Mancini.

Contesto Storico-Politico: L’Espansione Coloniale, l’Ideologia Razziale e la “Tutela della Razza”

Per comprendere appieno il significato del Regio Decreto n. 880, è necessario inquadrarlo nel contesto storico dell’espansione coloniale italiana in Africa Orientale (Eritrea, Somalia, Etiopia) e della crescente radicalizzazione dell’ideologia razziale fascista.

L’avanzata degli italiani in Etiopia (tratto dall'”Archivio Luce Cinecittà

La conquista dell’Etiopia nel 1936, proclamata come la rinascita dell’Impero Romano, segnò l’apice dell’ambizione coloniale italiana. Il regime fascista, per consolidare il proprio dominio e sfruttare le risorse delle colonie, promosse una politica di massiccia immigrazione di italiani verso i territori d’oltremare.

Allo stesso tempo, l’ideologia razziale fascista, mutuata in parte dal razzismo scientifico e in parte da un nazionalismo esasperato, si fece sempre più esplicita. Il regime, pur non adottando inizialmente le teorie e le pratiche antisemite del nazismo tedesco, promosse una visione gerarchica delle razze, con la razza italiana considerata superiore e destinata a dominare sulle altre.

In questo contesto, la “tutela della razza” divenne un imperativo politico. Il regime temeva che il contatto tra italiani e popolazioni indigene potesse portare alla “degenerazione” della razza italiana, minando la sua superiorità e compromettendo il successo del progetto coloniale. La “tutela della razza” si concretizzò in una serie di misure legislative e amministrative volte a separare i coloni italiani dalle popolazioni indigene e a prevenire il “meticciato”.

Il Contenuto Specifico del Regio Decreto n. 880: Repressione delle Relazioni Interrazziali e Penalizzazione dell’Affetto

Il Regio Decreto n. 880 del 19 aprile 1937, intitolato “Sanzioni per chi tiene relazioni d’indole coniugale con suddite dell’Africa Orientale Italiana”, rappresentava uno strumento chiave nella politica di “tutela della razza” nelle colonie italiane.

Il decreto stabiliva che:

  • I cittadini italiani che avessero “relazioni d’indole coniugale” con donne indigene dell’Africa Orientale Italiana (A.O.I.) sarebbero stati puniti con la reclusione da uno a cinque anni.
  • La stessa pena sarebbe stata applicata a chi avesse favorito tali relazioni.

L’espressione “relazioni d’indole coniugale” era volutamente vaga e ambigua, lasciando ampio margine di interpretazione alle autorità coloniali. In pratica, il decreto mirava a punire non solo i matrimoni o le convivenze formali tra italiani e donne indigene, ma anche qualsiasi relazione sentimentale o sessuale che potesse essere interpretata come “permanente” o “affettiva”.

Il decreto si distingueva per la sua brutalità e la sua violazione dei principi fondamentali del diritto. Non solo penalizzava l’amore e l’affetto, ma lo faceva sulla base di criteri razziali, negando di fatto la dignità e l’umanità delle donne indigene.

Implicazioni Pratiche e Conseguenze Immediate: Terrore e Sfruttamento

Le conseguenze del Regio Decreto n. 880 furono immediate e devastanti per le popolazioni indigene, in particolare per le donne. Il decreto creò un clima di terrore e di sospetto, rendendo estremamente difficile per gli italiani e le donne indigene intrattenere qualsiasi tipo di relazione, anche di amicizia o di lavoro.

Il decreto ebbe un impatto particolarmente negativo sulle donne che avevano già avuto figli da italiani. Molti uomini, temendo le conseguenze legali del decreto, abbandonarono le proprie compagne e i propri figli, lasciandoli in una situazione di estrema povertà e vulnerabilità.

Paradossalmente, il decreto non impedì lo sfruttamento sessuale delle donne indigene da parte dei coloni italiani. Anzi, in molti casi, lo favorì, in quanto le relazioni clandestine e occasionali erano meno rischiose per gli italiani rispetto alle relazioni “d’indole coniugale”.

Il Regio Decreto n. 880 nel Contesto della Legislazione Coloniale: Un’Arma di Controllo Sociale

Il Regio Decreto n. 880 del 1937 non fu un evento isolato, ma un tassello fondamentale nella costruzione della legislazione coloniale italiana. Il decreto si inseriva in un quadro più ampio di misure legislative e amministrative volte a controllare e a disciplinare la vita delle popolazioni indigene.

Il decreto si affiancava ad altre leggi che:

  • Regolamentavano il lavoro nelle colonie, garantendo ai coloni italiani una manodopera a basso costo.
  • Limitavano la libertà di movimento delle popolazioni indigene.
  • Impedivano agli indigeni di possedere terre o di avviare attività commerciali.
  • Promuovevano l’educazione e l’assistenza sanitaria separate per italiani e indigeni.

L’obiettivo di questa legislazione era quello di creare una società coloniale rigidamente gerarchizzata, in cui i coloni italiani godessero di privilegi e di opportunità negati alle popolazioni indigene.

Un simbolo del razzismo coloniale fascista

Il Regio Decreto n. 880 del 19 aprile 1937 è un simbolo del razzismo coloniale fascista e della sua brutalità. Il decreto, con il suo intento di reprimere le relazioni interrazziali e di proteggere la “purezza” della razza italiana, rivela la profonda disumanizzazione delle popolazioni indigene da parte del regime fascista.

Il decreto non solo violava i diritti fondamentali delle persone, ma creò anche un clima di terrore e di ingiustizia che ha segnato profondamente la storia del colonialismo italiano. Ricordare le vittime di questa legislazione e analizzare le cause e le dinamiche che hanno portato alla sua promulgazione è un dovere morale e un monito per il futuro, affinché simili ingiustizie non si ripetano mai più. Questo regio decreto del 1937 si inserisce in questo quadro, anticipando le leggi razziali del 1938, che presero di mira la popolazione ebraica.

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